Questa la nuova classificazione del rischio sismico approvata dalla Regione Abruzzo per 305 Comuni e proposta dall’Agenzia regionale della Protezione civile diretta da Mauro Casinghini. La vecchia classificazione sismica risaliva al 29 marzo del 2005, cioè 4 anni prima del terribile terremoto del 6 aprile 2009 che ha cambiato per sempre la storia di tutta la regione.
Negli anni ’80 l’individuazione delle zone sismiche era fatta su assegnazione statale e le Regioni non avevano voce in capitolo sull’argomento se non in forma consultiva. Solo con un decreto legislativo del 1998 viene data alle Regioni la competenza per “l’individuazione delle zone sismiche, la formazione e l’aggiornamento degli elenchi delle medesime zone”, mentre “sono mantenute allo Stato le funzioni relative (…) ai criteri generali per l’individuazione delle zone sismiche e alle norme tecniche per le costruzioni delle medesime zone”.
Quindi, per la prima volta, le Regioni sono diventate responsabili della formazione degli elenchi delle zone sismiche da effettuarsi sulla base di criteri generali emanati dallo Stato. A seguito del terremoto molisano dell’ottobre 2002, che causò anche il crollo della scuola di San Giuliano di Puglia, fu emanata dalla Protezione Civile un’ordinanza che, oltre ad adottare le nuove norme tecniche, individuava anche le nuove zone sismiche recependo le elaborazioni che l’Ingv aveva continuato ad aggiornare e migliorare. Da qui è nata la vecchia classificazione sismica dei comuni abruzzesi, datata marzo 2005, aggiornata pochi giorni fa con la nuova mappa che, come si può riscontrare sugli atti della Regione, non prevede declassificazioni.
La nuova mappa è suddivisa per colori abbinati a dei numeri da 1 a 3 che stanno a significare un rischio sismico alto se il valore è basso e il colore è rosso.
Nello stesso documento è stata aggiunta una postilla che chiarisce la reale portata di questo atto: “Occorre specificare che l’aggiornamento della classificazione sismica rimane utile solo ai fini amministrativi e programmatori, per ottimizzare le scelte politiche sul territorio regionale e per indirizzare efficacemente l’assegnazione delle risorse destinate alla mitigazione del rischio sismico. Infatti, con l’entrata in vigore dal 1° luglio 2009 delle nuove Norme Tecniche per le Costruzioni (Ntc), la classificazione sismica non incide più sulla sicurezza delle costruzioni perché il calcolo strutturale viene basato sull’accelerazione sismica al suolo (ag) puntuale o di sito, rilevata direttamente dal progettista nella griglia di punti georiferiti elaborata dall’Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia)”.
L’assegnazione viene fatta, tecnicamente, secondo “il valore dell’accelerazione orizzontale massima convenzionale di ancoraggio dello spettro di risposta elastico”. In totale sono 153 i Comuni nella fascia di maggior rischio; 125 quelli in fascia media e solo 27 i centri a basso rischio. Rispetto alla vecchia classificazione, la nuova mappa prevede la modifica di zona per ben 91 Comuni così ripartiti: 62 passano dalla zona 2 alla 1; 29 da 3 a 2 mentre per 214 la zona resta invariata.
Fonte: Capoluogo
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